Microfabbriche: il futuro dell’Italia?
In Italia il tessuto produttivo, come ben noto, non è formato da grandissimi produttori. Anzi, questi sono quasi un’eccezione rispetto a realtà che non superano i 50 collaboratori. Dopo la pandemia è nato un nuovo trend: le microfactories.
La pandemia e la crisi delle supply chain
Tra i tanti aspetti evidenziati dal periodo pandemico uno dei più importanti è senz’altro quello legato alla rigidità della produzione in alcuni settori. Le catene del valore con l’apertura al mercato globale della Cina si sono fatte sempre più lunghe nel corso degli ultimi decenni. Questo si è rivelato un grande problema quando nel 2020 hanno iniziato a fioccare lockdown e altri intoppi. Ricordiamo tutti il rallentamento delle navi container provenienti dall’Asia.
La crisi si è poi riversata in Occidente con una cronica assenza di microchip, il vero petrolio dei giorni nostri. Il danno è stato enorme e ha portato ritardi a catena su tutti i settori: dagli elettrodomestici alle auto e, chiaro, ai computer e agli smartphone.
Fabbriche grandi: rifornimenti grandi
Chiaro è che fabbriche di grandi dimensioni hanno bisogno di rifornimenti costanti e in numero molto elevato. Quando questi mancano il danno economico è enorme per via del numero di operatori impiegati e di macchinari che rimangono fermi o lavorano a capacità ridotta.
Allora, quello che un tempo era considerato un punto debole, potrebbe, in alcuni casi, tramutarsi in un punto di forza. Scopriamo perché.
Microfactories: cosa sono?
Il nome ci suggerisce qualcosa: si tratta di impianti produttivi che fanno della dimensione ridotta un punto di forza. Questo per costi di gestione e rapidità.
A New York, più di preciso a Governors Island, è nata in un container di 20 metri quadrati, una piccola microfabbrica che si occupa di riciclare rifiuti utilizzando energia solare. I vantaggi sono i consumi ridotti di energia e la capacità di spostarsi in futuro senza grandi costi di gestione.
Sempre negli Stati Uniti in Arizona è stata annunciata un’azienda che impiegherà 10 dipendenti specializzata nel riciclo della plastica per poi produrre una grande quantità di oggetti di tutti i tipi: da skateboard a lampade.
In Italia?
Le microfabbriche non devono per forza occupare un container, possono essere collocate tranquillamente in un edificio. Nel 2023 il gruppo Motors Grouping ha annunciato a Genova l’apertura di una piccola fabbrica pronta a produrre auto fuoriserie. Si tratta di un progetto a metà tra il sartoriale e l’innovazione. Infatti è ovvio che non ci si possano aspettare molti esemplari prodotti ma è altrettanto vero che potrebbe rappresentare una sorta di incubatore per lavorare sull’implementazione di nuove tecnologie.